venerdì 11 giugno 2010

Omeopatia

Premessa

Claudia, mi aveva proposto di scrivere un pezzo sull'Omeopatia, al fine di mettere a confronto le mie opinioni con quelle di una coppia di farmacisti suoi amici, che parlano molto bene dell'omeopatia.
Successivamente il confronto è sfumato ed è stato pubblicato questo post.
Ho deciso, anche se il mio sarebbe solamente un blog di fotografie, di pubblicare il mio pezzo.

Non voglio tediare i lettori con tecnicismi gratuiti né tanto meno giudicare chi fa uso di omeopatia, ma semplicemente dare un giudizio da fisico ed amante della scienza.
Le debolezze e le obiezioni all'omeopatia sono, a mio avviso, sostanzialmete tre.

Prima
Galileo Galilei fonda la scienza moderna attraverso una grandissima novità, attuale tuttora, ovvero formalizzando il concetto di metodo scientifico, suddiviso in quattro fasi:
* OSSERVAZIONE
* IPOTESI
* SPERIMENTAZIONE
* TRADUZIONE MATEMATICA
Per la prima volta la scienza si costruisce basandosi su un metodo, che permette di arrivare a conclusioni inconfutabili attraverso le osservazioni sperimentali, ancor meglio attraverso l’esistenza di esperimenti ripetibili e tradotti matematicamente.

Il principio su cui si basa l’omeopatia, dal greco "hòmoios", simile, e "pàthos", sofferenza, è il principio di similitudine del farmaco (similia similibus curantur). Tale principio, come noto, è anche alla base delle vaccinazioni.

In pratica, se si evidenzia che un determinato principio naturale (minerale, vegetale o animale) provoca particolari effetti, si estrarrà il principio al fine di curare un paziente, che manifesterà i medesimi sintomi.

Per esempio, si è notato che alcuni degli effetti del veleno del serpente Lachesis Mutus sono: sudore, distrurbi circolatori, vampate di calore, palpitazioni, cefalee violente e senso di soffocamento. Poiché i sintomi dovuti alla menopausa sono identici, somministrando il rimedio omeopatico Lachesis Mutus, la paziente dovrebbe guarire, ripristinando il suo equilibrio psico-fisico.

Ora mi chiedo:

Quanti pazienti colpiti dal morso del Lachesis Mutus hanno analizzato?

Possiamo essere certi che il campione a disposizione dei laboratori omeopatici sia statisticamente valido, perché se così non fosse, cioè se si prendessero in esame solo una manciata di pazienti, chi potrebbe garantire che siano eventi perfettamente nella media o piuttosto non stiano su una coda della gaussiana? Stiamo disponendo di eventi ripetibili e traducibili matematicamente (come dovrebbe essere se di scienza si deve parlare)? Si può costruire un farmaco, che curi determinati sintomi, partendo dallo studio di pochi campioni?

Io dico di no, quindi già qui l'omeopatia viola i principi della scienza moderna.

Seconda

L'argomento, che più mi lascia peplessa, è l’altissima diluizione con la quale viene somministrato il rimedio omeopatico.

Dopo una prima diluizione del principio attivo nel diluente la soluzione viene “dinamizzata”, cioè mescolata. La soluzione prodotta viene diluita nuovamente in rapporto 1 a 10 o 1 a 100 in altro solvente.

Per esempio, se si legge sulla confezione di un prodotto omeopatico D6, significa che il principio è stato diluito in rapporto di 1 a 10 per 6 volte, tradotto è sopravvissuta una parte su 1 milione di soluto, il resto è solvente. Già un solo milionesimo di principio attivo contro 999.999 di solvente (tipicamente acqua) mi sembra decisamente bassa concentrazione, ma ancor più sorprendente è che si possa iterare questa operazione fino a 24 volte, raggiungendo cioè una presenza di 1 su 10 24 (questo numero si scrive con 1 seguito da ben 24 zeri), ovvero un ordine di grandezza in più rispetto alla densità della materia (pari al numero di Avogadro=6,023*10 23). Tradotto in parole povere, questo significherebbe che in un flacone, statisticamente, potrebbe non essere presente nemmeno una sola molecola di principio attivo (a queste diluizioni si compera una boccetta di acqua solvente).

Terza

La risposta che viene data a chi critica la bassa diluizione è che il solvente attraversato dal soluto modifichi la sua struttura, ovvero che esista una cosiddetta “memoria dell’acqua”.

Come può il passaggio di una molecola soluto lasciare traccia di sé nel solvente?
La molecola, se monoatomica, non si scinde, se pluriatomica, ammessa la possibilità di scissione (cioè in caso di legame ionico) si suddivide al massimo in due elementi, i due ioni. Quindi che cosa trasmetterebbe?

Al limite una ionizzazione, cioè si formerebbe un campo elettrico; ma che differenza c'è se polarizzo debolmente dell'acqua con un minino campo elettrico esterno o attraverso il passaggio di uno ione x qualsiasi al suo interno. Ma, ammesso ciò, la soluzione deve poi essere “dinamizzata”, pertanto si perderebbe un'eventuale struttura ed organizzazione tra le particelle.

Ovviamente il materiale disponibile in rete è talmente vasto, che si potranno trovare sia opinioni a favore che contrarie.

Tra tutti cito l' articolo, firmato Ben Goldacre, apparso sulla prestigiosa rivista di scienza Lancet, che avrebbe dimostrato la totale equivalenza tra omeopatia e placebo. Non vi è alcuna evidenza che l’omeopatia sia superiore al placebo, mentre per la medicina convenzionale resta un importante effetto. I risultati positivi dell’omeopatia finora riportati negli studi clinici sarebbero semplicemente “bias” (errori metodologici o cattiva interpretazione dei dati). Sul sito omeopatia.org appare la risposta all’articolo del 17 novembre 2007 pubblicato dalla rivista Lancet. ma le uniche argomentazioni con cui si risponde sono solo delle affermazioni di evidente indignazione riguardanti gli attacchi, considerati ingiustificati, e niente di scientificamente serio, valido, coerente ed inconfutabile.

Alla stessa conclusione giungono anche gli studi condotti da University of Berne, University of Zürich (Switzerland), University of Bristol (UK), tali studi sembrano confermare che l’osservazione dei bias nell’omeopatia è altamente compatibile con effetti placebo.

Ritengo, e con me tutti coloro che si sono spesi a verificare la solidità dell'efficacia dell'omeopatia, che non esista nessuna evidenza di carattere scientifico nei risultati.
L'obiezione classica rivolta dai sostenitori dell'
omeopatia consiste nel dichiarare che la scienza non ha le risposte a tutto, l'omeopatia potrebbe utilizzare canali ignoti alla scienza. Quindi le uniche motivazioni per cui un malato dovrebbe avvicinarsi all'omeopatia rimarebbero: simpatia per questo rimedio, sentimento, voglia di crederci e la convinzione di assumere un farmaco naturale, che contrariamente alla medicina tradizionale è privo di effetti collaterali.

7 commenti:

diana ha detto...

io mi curo con l omeopatia da anni e i miei figli con me, credo che questa scienza sia stata troppo banalizzata, un buon omeopata cura non solo con le diluizioni, ma anche con alimentazione, erbe e altro.
Io vado da lui e spendo soldi in più perchè ho trovato una medicina che cura i mali non arreccandone altri.

CosmicMummy ha detto...

sono un fisico anch'io e faccio le tue stesse considerazioni. ti ringrazio per aver scritto questo post che riordina un pò le idee.
trovo molto preoccupante l'atteggiamento antiscientifico che si sta diffondendo sempre di più. leggendo i commenti su blog di genitori, parlando con i genitori dei compagni di asilo di mio figlio, al corso preparto e in molte altre occasioni mi rendo conto di quanto poco spirito critico ci sia nelle persone da affidarsi a teorie che promettono cure miracolose senza effetti collaterali. e poi sempre più leggo di genitori che non vaccinano i figli. questo voler tornare indietro, alle 'buone cose di una volta' che non sono mai esistite mi allarma molto... ma lo sanno queste persone quale era l'aspettativa di vita e la mortalità infantile prima delle vaccinazioni e degli antibiotici?

valeria ha detto...

Eppure...IGNATIA 30 è una cannonata per rilassarsi e dormire... provare per credere!

cowdog ha detto...

GRAZIE. finalmente qualcuno che scrive di scienza e non fantascienza.
sono una biologa e mi sono spesso chiesta come un farmacista, con chimica, farmacologia e quant'altro nel curriculum, possa vendere acqua fresca spacciandola per l'elisir di lunga vita.
e poi vengono a dirmi che no, non si curano con i farmaci tradizionali perche' le industrie farmaceutiche pensano solo alla pecunia. e le omeopatiche? vendono acqua distillata a peso d'oro, non fanno un straccio di R&D: che razza di ricavo hanno?

@diana: il placebo ha effetti miracolosi. ne hanno scritto riviste scientifiche di quelle vere. ma questo non e' un motivo per spacciarlo per vera medicina. l'omeopatia non puo' e non deve essere considerata tale.

@Elisa: ti ho trovata via Wonderland :)

Elisa Stocco ha detto...

@Diana: Non volevo offendere né criticare nessuno, so che tanta gente crede nell'omeopatia, ma volevo parlare di numeri e aspetti scientifici.

@Cosmic: Un fisico non può che essere contrario a una para-scienza.
Tra l'altro, per coincidenza, siamo due fisici sposate a fisici.

@Valeria: So come la pensi, abbiamo discusso molto di persona...vediamo se riuscirò a farti cambiare idea!!!

@Cowdog: Il fatto che i prodotti omeopatici siano così cari è un aspetto davvero triste, visto che si vende acqua potrebbe almeno essere economica.....io adoro Wonderland, ho fulminato il suo libro in 3 gg. Tu lo hai letto?

cowdog ha detto...

sono stata anche alla sua prima presentazione a milano. per pura coincidenza mi trovavo in italia dai miei nello stesso week-end, e cosi' ho unito l'utile al dilettevole!
l'ammiro molto per la sua capacita' di avere saputo sfruttare una situazione che poteva sembrarle sfavorevole, rendendola l'occasione della sua vita. e' ancora una scrittrice in erba, ma credo abbia una creativita' innata (vedi le sue foto, i suoi disegni
etc.) che potra' portarla lontana...

PS mi pare che in germania, dove ho vissuto fino allo scorso anno e dove l'omeopatia e affini sono molto popolari, gli omeopatici non costino cari come in italia

Pellegrina ha detto...

Grazie per questo post che riassume alcune cose che immaginavo, ma in modo più tecnico. Se posso provare a dire qualcosa da non scienziata, da tutto quel che ho letto in merito mi verrebbe da pensare che l'omeopatia possa funzionare al meglio con le persone che per un qualunque motivo hanno bisogno di ritenere di sapere, vedere, intuire più degli altri e oltre gli altri. Il principio del vaccino applicato all'omeopatia non mi convince. Il vaccino viene somministrato a una persona sana, creando uno stato di malattia con germi indeboliti che l'organismo sano può arrivare a debellare da sé, immunizzandosene. Ammesso che le diluizioni siano efficaci per un qualsiasi motivo (memoria dell'acqua o altro), il rimedio omeopatico viene invece somministrato a un organismo non sano, "aggravandone" lo stato di malattia, il che è molto diverso dal vaccinare un organismo sano e posto che la malattia s'è già manifestata e il corpo sta già lottando da sé, non se ne capisce l'utilità. Però rassicura perché l'immagine del vaccino è l'immagine di qualcosa di benefico, di buono, che si fa ai bimbi ecc. L'omeopata che curi "anche" con alimentazione e fitoterapia è un'altra cosa. La fitoterapia, placebo o no, su di me ha senz'altro avuto degli effetti. Soprattutto se si prende il male sul nascere. Quando sei in piena crisi, c'è solo la bastonata allopatica capace di tirarti fuori. Ma la fitoterapia non ha diluizioni e non cura con il simile.
Poi una alimentazione più mirata certo non guasta e ha anche l'effetto di dare al paziente la sensazione di "controllare" in qualche modo fenomeni complicati e per lui inquietanti e poco comprensibili.